Filosofia
Antica
"Tutto scorre, tutto si trasforma":
Questo
è il
famoso aforisma
di Eraclito (VI sec. a.C.) che introduce nel pensiero filosofico classico oltre
allo studio della
materia
e delle sua forma, il tema del dinamismo (divenire), spiegatocelo in termini di
forze intrinseche
e di energie racchiuse in essa. L’affermazione esprime la ciclicità perenne
delle trasformazioni
naturali e del tempo.
Nella
filosofia di Eraclito da Efeso il concetto di divenire occupa il posto
principale. Egli considerò il Fuoco l’elemento mobile per eccellenza, come la sostanza base. La difficoltà di
conciliare l'idea di un principio fondamentale con l'infinita varietà dei fenomeni è risolta da
lui
ammettendo che il conflitto degli opposti è in realtà un tipo dì armonia. Per
Eraclito il mondo è al
tempo
stesso uno e molti. Possiamo notare a questo punto che la fisica
moderna
è in qualche modo assai vicina alle dottrine di Eraclito. Se sostituiamo la
parola fuoco con energia
possiamo quasi ripetere le sue affermazioni parola per parola.
Il
concetto di atomo risale a molto prima che avesse inizio la scienza moderna nel
diciassettesimo secolo:
ha avuto origine nell’antica filosofia greca e fu in quel primo periodo
il
concetto basilare del materialismo insegnato da Leucippo e da
Democrito. Con la
teoria degli atomi
di Democrito e Leucippo per la prima volta nella storia prese espressione
l’idea dell'esistenza
di piccolissime particelle ultime, noi diremmo particelle elementari, come
componenti fondamentali
della materia. Gli atomi nella filosofia di Leucippo non si muovono soltanto
per caso. Sembra che Leucippo abbia creduto in un determinismo completo giacché
è noto aver
egli detto "nessuna cosa accade senza ragione, ma tutte accadono per una ragione
e di necessità".
Nella filosofia di Democrito tutti gli atomi consistono
della stessa sostanza. Le
particelle elementari della fisica sono dotate d’una massa nello stesso senso
limitato in cui posseggono
altre proprietà. Giacché massa ed energia sono, secondo la teoria della
relatività, concetti
essenzialmente identici (E=mc2), possiamo dire che tutte le particelle elementari
consistono di energia.
Ciò potrebbe venir interpretato come una definizione dell'energia quale
sostanza prima del mondo. Essa ha infatti la proprietà essenziale implicita nel
termine sostanza, quella
di conservarsi.
Anassimandro
diceva: "Da dove, infatti, gli esseri hanno origine ivi hanno anche la
distruzione secondo necessità perché essi pagano l’uno all’altro la pena e l’espiazione
dell’ingiustizia secondo l’ordine del
tempo"
Già
quindi nell’ambito del pensiero Presocratico ed ancor prima nelle teogonie di
Esiodo, ha origine l’idea
che l’Universo sia ordinato (kosmoV) e troverà la sua massima espressione
nella filosofia di Pitagora. Era
in fondo l'antico sogno greco dell'episthmh di una
conoscenza coerente e completa. I Greci erano acutamente
consapevoli del caos di fronte al quale si trovano i nostri sensi, della
confusione del mondo percepito
"così come si mostra agli occhi". Essi, però, avevano la forte
sensazione che questa confusione non fosse la verità ultima del mondo, che al di là ci fosse un principio supremo,
semplice e unitario.
Cominciarono
gli Ionici, filosofi della natura, a cercare l'Uno sotto il molteplice;
seguirono le riflessioni di Parmenide ed Eraclito che spostarono il problema dall'individuazione di una
sostanza generale al problema dell'Essere e del mutare. Anche i filosofi di scuola atomista, come Democrito,
Epicuro e Lucrezio,
avevano manifestato l'esigenza di ridurre entro uno schema comprensibile
all'uomo, entro una struttura
concettuale, l'immenso e il mutabile, l'eterno e il divenire.
La
scuola di Platone e di Aristotele, in seguito, dominò lo scenario filosofico:
Aristotele, in particolare sistematizzò
tutte le conoscenze entro una rigorosa struttura categoriale, ponendo le basi
della scienza occidentale
che, in virtù della sua impostazione, si presenta organizzata e suddivisa in
settori ben distinti
e separati (la fisica, la chimica, la biologia, ecc.), con oggetti e metodi
specifici.
Non
mancava, nelle riflessioni dei Greci su questo tema, un risvolto etico: la
spinta ideale degli atomisti antichi,
ad esempio, era quella di liberare l'uomo dalla paura degli dei, mostrando come
la natura non rispondesse
ai capricci di assurde entità ma all'azione di ben precise forze fisiche. In un
mondo fatto di atomi
e vuoto, e solo di questo, l'uomo liberato dalla paura del proprio destino
poteva trovare lo spazio per
la felicità. Teniamo presente che per questi scienziati filosofi la realtà
delle cose, la loro esistenza, erano
date dalla relazione di forza e materia entro una struttura delineata; quella
struttura era tutto il Mondo
conoscibile. E’ proprio il concetto di relazione, inteso come punto di vista
privilegiato per la conoscenza,
che va considerato come eredità più feconda del pensiero
"scientifico" greco. La scienza dell'età
moderna aveva però sottovalutato questo aspetto della questione, preferendo soffermarsi sulla
determinazione
assoluta delle leggi, creando cosi delle chiusure, dei limiti alla comprensione messi in
luce
solo ai nostri giorni con la crisi del modello riduzionista e
meccanicista.
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