Il
Mondo Orologio
Altre
determinazioni della filosofia antica sono abbastanza vicine a quelle della
scienza moderna. Il
che
mostra semplicemente quanto lontano si possa arrivare combinando l'esperienza
ordinaria della natura,
che noi abbiamo senza esperimenti, con l'instancabile intento di porre un ordine
logico in
codesta
esperienza per intenderla in base a dei principi generali. Non
dimentichiamo che per secoli l'ideale della scienza è stato rappresentato da un
altro sogno, il sogno
galileiano: la possibilità di prevedere l'evoluzione futura di ciascun fenomeno
a partire dalla conoscenza
della legge che lo regola ha favorito la tendenza a vedere il mondo come un
insieme di fenomeni
semplici, le cui spiegazioni si trovano nella riduzione della varietà e della
molteplicità delle variabili
in gioco entro schemi generali e assoluti. Con Newton questa tendenza diventò
poi un metodo
per tutte le scienze, un modello a cui adeguarsi per raggiungere rigore e
precisione.
Cartesio,
Galileo, Bacone, Newton: grazie a loro sul piano della scienza e della filosofia
la cosiddetta età della modernità
fu indubbiamente l'epoca di un profondo riassestamento concettuale.
La
filosofia - diceva Galileo - è scritta in questo grandissimo libro che
continuamente sta aperto innanzi
agli occhi (io dico l'universo) ma non si può intendere se prima non s'impara
ad intender la lingua
e conoscere i caratteri nei quali è scritto. Egli è scritto in lingua
matematica e i caratteri son triangoli,
cerchi, ed altre figure geometriche.
Dal
canto suo, Galileo riteneva inoltre che la descrizione del mondo dovesse
attuarsi passando per una riduzione
di tutte le sue caratteristiche a quelle solamente che fossero quantificabili e
misurabili. In questa tendenza al riduzionismo lo seguivano Bacone con il suo metodo
induttivo, e assai più da vicino
Cartesio,
con il suo dubbio metodico.
Con
Cartesio la certezza della scienza fu sinonimo di chiarezza ed evidenza, il
probabile e l'oscuro vennero spazzati via, nel nome ovviamente di una matematizzazione della conoscenza,
di una geometrizzazione del sapere. La costruzione della nuova immagine
dell'universo in Cartesio
fu essenzialmente la costruzione di una macchina, un meccanismo perfetto al
pari di un orologio, che rispondesse e vivesse armonicamente in virtù dell'adeguata disposizione
delle
sue parti. Poco importa che nello studio di quei particolari meccanismi, che
sono gli esseri viventi,
Cartesio abbia dovuto fare i conti con il problema degli istinti, dell'anima,
del pensiero e della sensibilità;
vi fu sempre il riduzionismo, ma la certezza matematica ebbe ragione anche
dell'imponderabile, dell'irrazionale, di tutte quelle questioni che riguardano la sfera
intellettuale e morale. Ma
fu con Newton che l’immagine dell'universo-macchina, dell'ideale riduzionista,
ebbe il suo trionfo. Egli
realizzò il sogno di Cartesio. Newton
sviluppò una completa formulazione matematica della visione meccanicistica
della natura, una teoria coerente del Mondo che rimase solido fondamento scientifico fino al XX secolo.
L'universo newtoniano
- vada sé - era un immenso sistema meccanico governato da leggi assolute ed
esatte, leggi generali,
valide per spiegare tanto la caduta di una mela dall'albero quanto i movimenti
dei pianeti.
Nei
Philosophiae naturalis Principia mathematica Newton mette subito in
evidenza il proprio
atteggiamento riduzionista; anzitutto, gli elementi che formano il Mondo si
muovono, per il fisico,
in uno spazio e in un tempo assoluti, non condizionati, cioè, dagli eventi che
si verificano
dentro di essi, quindi eterni e immutabili. Questi elementi, poi, sono
particelle, atomi, formati
tutti della stessa materia e messi in movimento dalla forza di gravità la quale
agisce a distanza e
istantaneamente. Nella meccanica di Newton tutti i fenomeni fisici si
riconducono al moto di particelle
elementari e materiali causato dalla loro attrazione reciproca; un'unica grande
legge, quindi, a spiegazione della molteplicità degli eventi del Cosmo (teoria simile a quella
attuale del Grande Algoritmo, uno degli ultimi baluardi del riduzionismo). A
rendere questa spiegazione assoluta e incontrovertibile
concorre poi il fatto che tanto le particelle quanto la forza di gravità che le
mette in relazione
sono state create da Dio, e quindi non necessitano di un'ulteriore conferma
della loro esistenza.
L'equazione del moto di Newton diventa così la legge fondamentale del
funzionamento dell'universo,
la molla che carica l'orologio perfetto di Cartesio, eterna e immutabile. In
questa maniera
si connettono fra loro, in un'unione destinata a durare per almeno due secoli,
la visione meccanicistica
della natura e il determinismo, cioè quell'atteggiamento che tende a
interpretare ogni fenomeno
come la manifestazione di una semplice catena di causa/effetto.
Nel
corso del Seicento e per tutto il Settecento la meccanica di Newton fu ritenuta
così l'unica spiegazione possibile per i fenomeni della natura, applicata con successo in ogni campo,
dall'astronomia
alla chimica. Ne venne di conseguenza che tutte le branche della scienza si
uniformarono,
nel metodo e nei principi, alla fisica, che divenne la regina delle scienze,
mentre Newton
divenne il simbolo e il prototipo dello scienziato modello, una figura quasi
eroica, l'uomo che va alla conquista del Cosmo armato solo del suo ingegno.
Sembrava
un sogno destinato ad avverarsi e a durare per sempre.Ma soltanto un secolo dopo
il senso di
questa conquista pareva già perdersi, inesorabilmente, insieme all'ideale di
una conoscenza assoluta ed eterna.
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