EVOLUZIONE COSMOLOGICA

   

Albert EinsteinLa teoria moderna sull’evoluzione dell’universo nasce dall'applicazione, a opera di Einstein (1917), dei principi della relatività generale ai dati sull'universo forniti dalle singole scienze, soprattutto fisica, termodinamica e matematica. Prima di allora i modelli della cosmologia esprimevano le istanze e le pretese della visione filosofica del mondo. Il modello aristotelico, base dei sistemi del mondo prima di Copernico, rappresentava un Universo finito, materiale e percettibile, sostanzialmente statico. La rivoluzione copernicana, col declassamento del nostro pianeta, e l'impiego di strumenti sempre più potenti e perfezionati hanno aperto la strada, da Galileo in poi, a un Universo infinitamente esteso, popolato di stelle e galassie e soggetto a trasformazioni evolutive. Lo studio sull’evoluzione del cosmo è quanto mai ancora in piena fase di svolgimento. Su di una cosa si è certi: l’origine dell’universo dovrebbe essere avvenuta all’incirca 15-20 miliardi di anni fa (periodo calcolato grazie agli studi di Hubble) in un evento chiamato big-bang. Il big-bang è uno stato iniziale, un “tempo zero”, da attribuire all'universo nel momento di totale concentrazione della materia cosmica in una singolarità fisica dello spazio-tempo (cronotopo) priva di dimensioni che scaturì poi in una grande esplosione iniziale, con cui il fluido cosmologico, reso eccezionalmente caldo dalla sua stessa concentrazione, trovò la possibilità di avviare le prime reazioni di nucleosintesi per la formazione degli elementi più leggeri (idrogeno, elio e litio). Per quanto riguardi gli studi generali sull’evoluzione del cosmo è importante sottolineare e ricordare il pensiero e le teorie del matematico Friedmann, che dopo avere studiato la stabilità dell’universo teorizzato da Einstein, giungeva alla conclusione che questo è sottoposto a forze concomitanti e antagoniste – quella repulsiva dell'energia interna e quella attrattiva dell'energia gravitazionale – e che di conseguenza esso è soggetto a una evoluzione nel tempo, col variare il fattore di scala secondo tre modelli distinti (detti modelli di Friedmann). E, precisamente, essi sono rappresentati:  dall'universo ellittico, dall'universo piatto e dall'universo iperbolico. 

1: Nel primo modello di Friedmann prevalgono le forze gravitazionali: esso evolve a partire da un punto singolare, a concentrazione infinitamente grande, e da un volume nullo, fino a che raggiunge un massimo valore del fattore di scala. Dopo di che torna a contrarsi per annullarsi in un secondo punto singolare finale. Si tratta, perciò, di un universo chiuso che, eventualmente può tornare a descrivere il processo (universo ciclico). 

2:Il secondo modello evolve anch'esso da un punto singolare iniziale, ma la sua espansione procede all'infinito, per inerzia, decelerando asintoticamente a zero, in perfetto equilibrio fra le forze antagoniste. 

3: Il terzo modello evolve ancora secondo un processo d'espansione; ma questo, pur decelerando progressivamente, si prolunga in modo indefinito poiché in esso prevalgono le forze repulsive: si tratta di un universo aperto. 

Al secondo modello andarono le simpatie di Einstein; ma il padre della relatività – convinto assertore della staticità dell'universo – credé opportuno correggerne la trattazione introducendo nelle equazioni un termine correttivo, la costante cosmologica L, descrivente un'azione repulsiva a distanza, atta a produrre un'azione bilanciatrice nei confronti della gravità, sì da rendere statico il modello. Tuttora, comunque, queste tesi sono ancora in discussione, e ad esse se ne sono affiancate anche molte altre. 

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