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Cappella Sistina - Restauro :: Dopo quindici anni di lavoro, dal 1980 al 1994, è oggi possibile ammirare in tutto il loro splendore gli affreschi eseguiti da Michelangelo nella Cappella Sistina tra il 1508 ed il 1512. Infatti hanno acquistato una luminositò nuova ed inaspettata. La parte più sorprendente del restauro è costituita nella rimozione della fuliggine, della polvere grassa, del fumo delle candele, delle colle e di altre sostanze che furono applicate sulla superficie a partire del Settecento per permettere una migliore lettura degli affreschi nonostante lo sporco, ma che ben presto si alterarono creando quella pittura "tenebrosa" che si poteva ammirare fino a pochi anni fa. Questo lavoro di restauro ha portato i tecnici e gli studiosi quasi a condividere la fatica ed alcuni problemi affrontati da Michelangelo nell'eseguire la sua opera. E' assai raro, ad esempio, che oggi un turista lasci Roma senza aver visitato la Cappella Sistina, tanto grande è la fama degli affreschi di Michelangelo. Anche nel Rinascimento la cappella era luogo di straordinaria importanza, sebbene per un motivo molto diverso: ogni celebrazione che si svolgeva nella Cappella Sistina rappresentava la principale manifestazione pubblica dell'autorità spirituale del pontefice e della sua maestà nella Chiesa vivente. Non era allora possibile chiudere la Cappella Sistina per permettere a Michelangelo di affrescare la volta, così come non era possibile chiuderla in questi anni per restauri. Il primo problema che dovette risolvere Michelangelo per poter iniziare i lavori di decorazione fu quello di studiare una struttura che non impedisse od intralciasse l'uso della cappella per tutta la durata dei lavori. Egli ideò un ponte, cioè una struttura pensile che non ingombra lo spazio sottostante. Il ponteggio per l'opera di restauro riproduce nelle sue linee essenziali, nonostante la diversità di materiali impiegati e nonostante una maggiore stabilità, quello utilizzato da Michelangelo per afferscare la volta, anzi sono stati usati gli stessi fori, alla base delle lunette, che erano serviti nel Cinquecento. Il restauro non ha avuto quale scopo principale quello di stupire i visitatore per il "nuovo" colore degli affreschi di Michelangelo, ma è stato soprattutto un occasione di studio della tecnica utilizzata dall'artista. L'opera d'arte è composta infatti sia dal significato sia dalla materia di cui è fatta; entrambi questi valori (iconografico e tecnico) vanno osservati perchè indispensabili per "leggere" l'opera. Dal punto di vista iconografico la volta è di difficile interpretazione, e molti storici dell'arte hanno cercato di dare un significato alle centinaia di figure che popolano la volta. Indubbiamente ogni piccolo particolare di questa enorme decorazione ha un suo significato che lo collega ad un unico tema: la volta raffigura la Bibbia così come era interpretata dalla teologia del Rinascimento. E' a questa teologia che Michelangelo dà un corpo ricco di tensione e di umanità come ci mostrano ad esempio sia gli atletici ed eroici corpi degli ignudi, sia i gesti e gli attegiamenti realistici degli antenati di Cristo. Questi ultimi ci sorprendono con i loro lineamenti marcati, con le loro pose naturali come se anche nei loro gesti quotidiani fosse chiuso il mistero della potenza divina. :: Alcune differenze prima e dopo il restauro |