Vergine annunziata        

Vergine annunziata – Antonello da Messina - Galleria Regionale della Sicilia- Palazzo Abatellis -Palermo

 

Sono Maria.

Il pittore  ha voluto immortalare il mio viso nell’atto di accogliere l’Arcangelo Gabriele che sta per darmi  la notizia : diventerò madre, di un figlio, il figlio di Dio.

Ma io rappresento qualcosa di più universale, che va al di là della religione, di ogni religione. Io rappresento la vita che, come un miracolo, all’improvviso comincia a germogliare nel corpo di una donna, di ogni donna.

La mia mano alzata vuole quasi fermare questo attimo, eterno, cristallizzato nel tempo e nello spazio: il momento in cui sento che la vita sta nascendo in me, e che, da ora in poi, sarò madre, per sempre, in ogni luogo, in ogni dimensione dell’essere.

La consapevolezza di un evento catartico, che scardina ogni ragionamento, ogni pensiero: sarò madre.

La forza della natura, primordiale, irrefrenabile, ha compiuto il prodigio.

Sento, so, che questo mio corpo è ora un nido, una protezione per questa creatura che nascerà, da difendere da ogni cosa, per sempre.

Quante volte si dice, di una donna incinta, che ha una luce diversa nello sguardo: ecco è questa la luce che illumina il mio viso.

La bellezza di questo stato d’animo, è spesso incomprensibile per gli uomini. Loro diventano padri, noi nasciamo madri, prima ancora di partorire, nel momento stesso in cui avvertiamo che una vita è dentro di noi. Noi siamo portatrici di vita, noi siamo la vita. È questo che gli uomini ci invidiano. Il nostro corpo, così adatto a custodire,  difendere, proteggere, a volte intimorisce chi non è adeguatamente preparato a tale mistero della natura. I  due infinitesimali attori di questo prodigio, si uniscono e danno forma ad un agglomerato di cellule, che nel corso dei mesi, diventa un essere umano completo, piccolo, ma perfetto. E il nostro corpo si trasforma, si adatta, si plasma come creta, cede, si fa culla. Subiamo una metamorfosi, le curve si allargano, la pancia s’ ingrossa, s’ ingrossa, gli organi interni si spostano, si schiacciano, per fare posto al bambino che cresce, cresce, fino al momento della nascita.

E questo è il secondo miracolo: la nascita.

Forze che sembrano sovrumane s’ impossessano di noi, siamo instancabili, sopportiamo il dolore, diventiamo guerriere d’amore, non ci fermiamo mai, di fronte a niente, pensiamo solo a far nascere questo bambino che è già tutta la nostra vita.

E finalmente il premio per tanti sforzi : il bimbo tra le nostre braccia.

L’amore allo stato puro.

Sono Maria.

Sono  tutte le donne.

Sono la Donna.