L’insalata di riso   

 

L’insalata di riso è per me sinonimo di vacanza.

Ricordo la zuppiera piena, al centro della tavola, buona a pranzo, ed anche per il giorno dopo, aggiungendo, magari, qualche ingrediente per renderla un po’ diversa.

E se avanzava del riso lessato, si facevano gli arancini con un cuore  caldo di mozzarella, che filava appena addentato.

La preparo anch’io, l’insalata di riso, specie d’estate, ha il sapore dei ricordi, che sono spesso legati al cibo. Rivedo i bomboloni con la crema venduti sulla spiaggia di Rimini o Riccione dove andavamo in villeggiatura, quando abitavamo a Milano. Mi piacevano tantissimo, mentre trovavo stucchevoli quei bastoncini con l’uva infilzata e avvolta da una patina di glassa zuccherina.

Dopo il bagno era una gioia addentare quella delizia calda e dolce, il bombolone mi si scioglieva in bocca, m’inzaccheravo tutta.

Mamma  s’innervosiva, tutte quelle calorie non erano certo necessarie , ma papà rideva felice di vedermi così contenta.

Spesso, dopo essere stato un poco sulla spiaggia, sotto l’ombrellone a leggere il suo immancabile giornale, papà diceva con tono mondano: «Chi vuole venire con me al bar?» Ovviamente mi precipitavo a seguirlo, mi piaceva tantissimo sedermi su quegli sgabelli alti insieme a lui, che, con aria disinvolta ,ordinava un aperitivo, mentre io mi prendevo il primo gelato della giornata. Mi sentivo importante, tutte le cose che facevo con lui assumevano un significato particolare, papà mi faceva sentire una ragazza grande, anche se ero ancora una bambina.

Il mio problema con il cibo è senz’altro legato al fatto che l’ho sempre associato  ai momenti felici della mia vita, anche se proprio il cibo ha complicato non poco le cose, fino a diventare un problema serio, quando mi sono accorta di essere diventata una bambina grassa. Mangiare, soprattutto dolci, mi fa tornare bambina e riprovare le sensazioni piacevoli di essere coccolata ed amata.

I dolci, soprattutto, placano la mia ansia, riempiono i vuoti, mi permettono di affrontare momenti di crisi, ma ciò diventa, a sua volta, la causa dei miei problemi e della mia ansia, con i sensi di colpa che mi porto dietro, ora che da adulta, sono in grado di capire il meccanismo perverso che s’innesca in me, consapevole che devo ritrovare un equilibrio  per tornare ad avere nei confronti del cibo un approccio non compulsivo, più naturale .

Quando sono serena riesco a controllarmi meglio, posso anche mettermi a dieta e dimagrire, ma il ricordo dell’appagamento che provavo da bambina con in mano quel bombolone  tanto desiderato, resta stratificato in me. Un ricordo caldo, dolce.

Questo almeno non fa ingrassare!