Il liceo Vittorio Emanuele II ha realizzato nell'a.s.2004/05 una pubblicazione dal titolo " Quaderni del Vittorio Emanuele. Percorsi di civiltà antica e moderna   "   n. 1/2005

In tale pubblicazione hanno scritto un loro articolo il Dirigente Scolastico e vari docenti del Liceo.

Anch'io ho scritto il mio articolo, qui sotto riportato

                                                                        

                                                                            

 L’Informatica e il Liceo Classico Vittorio Emanuele II :

un felice binomio

 

                                                                                           Oriana Pagliarone

 

1. Curiosità informatiche

                                      

                                                                                                                          

Fin dall’antichità l’uomo ha sentito l’esigenza di realizzare macchine sempre più sofisticate ed affidabili per eseguire rapidamente e senza errori calcoli anche molto complessi.

Il più antico strumento di calcolo è l’abaco, usato già dai babilonesi, cinesi, greci e romani. E’ una tavoletta con scanalature numerate contenenti pietruzze mobili , opportunamente disposte per contare .

Dall’ abaco deriva il pallottoliere con palline infilate su bacchette di legno o fili metallici per conteggi elementari . Il swan-pan (fig.1) , abaco cinese, è ancora in  uso presso i popoli dell’Estremo Oriente.                    

Nel 1200 Leonardo Pisano , figlio di Bonaccio ,detto  Fibonacci, nel suo libro intitolato Liber Abaci divulgò i procedimenti dell’aritmetica con l’uso delle cifre arabe , da preferire per la loro comodità ai vecchi sistemi di numerazione allora in uso. Per abacus Fibonacci intendeva però le procedure aritmetiche ed algebriche (  la parola calcolo deriva da calculus che indica il sassolino usato nell’abaco).

Non vi furono progressi fino al 1600 . A quell’epoca la numerazione araba era ormai diffusa ovunque ma molte persone avevano difficoltà con le moltiplicazioni ( per non parlare delle divisioni!) Per superare queste difficoltà uno scozzese John Napier (1550-1617) italianizzato Nepero costruì delle tavolette con incisi i multipli di  ogni cifra (bastoni di Nepero) che semplificavano l’operazione di moltiplicazione, in modo da non dover ricordare più le tabelline!

Ma Nepero è soprattutto il padre dei logaritmi (parola da lui coniata da lόgoV discorso e  ảriqmόV numero) che egli descrisse nel libro Mirifici logarithmorum canonis descriptio pubblicato nel 1614.

Nel 1618 Briggs pubblicò le tavole dei logaritmi in base 10. In quegli anni compaiono anche i primi regoli calcolatori inventati da Oughtred che ha usato per primo il segno X per la moltiplicazione.

Il regolo (fig.2) è un’applicazione dei logaritmi ed è rimasto in uso sino all’avvento delle calcolatrici scientifiche, ossia dotate di capacità di calcolare le funzioni logaritmiche e trigonometriche.

Nel 1642, l’anno della morte di Galileo e della nascita di Newton, Blaise Pascal, che aveva allora 19 anni, costruì una macchina di calcolo in grado di eseguire operazioni di addizione e sottrazione, la Pascaline (fig.3).

Circa 30 anni dopo Leibniz progetta  una macchina in grado di eseguire anche moltiplicazioni e divisioni.

Il principio di funzionamento di queste macchine era estremamente elementare: una serie di ruote dentate in cui il rapporto tra il numero dei denti è di 1 a 10, in modo che a 10 giri di una ruota corrisponda 1 giro della ruota che rappresenta l’ordine successivo ( unità, decine, centinaia, migliaia, ecc)

Nel ‘700 vanno di moda gli automi, macchine in grado di simulare i movimenti dell’uomo o degli animali (fig.4).

Essi sfruttano i grandi progressi compiuti dall’orologeria, ma sono oggetti costruiti per stupire , molto costosi e prodotti in unici esemplari, mentre pochissime sono le macchine di calcolo. E’ più vivo l’interesse per l’automazione nella tessitura: è di questi anni l’idea di utilizzare cartoni perforati per rendere automatica l’esecuzione di disegni sui tessuti, anche se i famosi telai Jacquard compaiono all’inizio dell’800.

Intorno al 1820 l’inglese Charles Babbage costruì la prima macchina analitica, programmabile (fig.5), che utilizzava le schede perforate. Pochi gli estimatori, tra cui la figlia del poeta Byron Ada Augusta di Lovelace, che ha lasciato scritti in cui spiega come pensava di programmare la macchina analitica di Babbage : la prima programmatrice della storia dell’informatica!

L’idea delle schede perforate è ripresa dall’americano Herman Hollerth che nel 1890 vinse il concorso per l’elaborazione dei dati del censimento tenuto quell’anno negli Stati Uniti. In seguito le macchine vengono perfezionate e possono leggere dati dalle schede ed eseguire operazioni su di essi. Nel 1924 viene fondata l’ IBM, International Business Machines, la Società Internazionale per le macchine d’ufficio.

Ma il primo calcolatore, il Mark I (fig.6),  verrà costruito solo nel 1944, all’Università americana di Harvard; non era ancora elettronico, usava 3300 relè elettromagnetici e 800 km di cavi, poteva memorizzare 72 numeri di 23 cifre e impiegava 10 secondi per effettuare una divisione! L’ENIAC (Electronic Numerical Integrator And Calculator) (fig.7), costruito nel 1945-46 presso l’università di Pennsylvania, è invece il primo calcolatore completamente elettronico, occupava 180 m2 , usava 18000 valvole ma poteva memorizzare solo 20 numeri di 10 cifre anche se era 1000 volte più veloce di Mark I

 L’UNIVAC I, Universal Automatic Computer , elaboratore universale automatico, è la prima macchina a programma memorizzato, disponibile sul mercato nel 1950. John Von Neumann, suo ideatore, in quegli anni diceva: «poche decine di elaboratori soddisferanno la richiesta mondiale di risorse di calcolo nel futuro prevedibile»!!! Mai previsione fu più errata!!

Nella metà degli anni 50 i transistor sostituisco le valvole, segnando così inizio della seconda generazione dei calcolatori, più compatti , più veloci e con una possibilità di memorizzazione maggiore; si passa dalle schede perforate alla memorizzazione su nastri magnetici . Nascono i primi linguaggi di programmazione: il Fortran nel 1957, il Cobol nel 1959, i primi sistemi operativi.

La terza generazione è caratterizzata dall’introduzione dei circuiti integrati  nel 1964 .Il progresso tecnologico porta una maggior complessità del software, viene introdotta la multiprogrammazione, ossia la possibilità di eseguire più programmi contemporaneamente, e i sistemi interattivi multiutente in cui più utenti possono usare il computer mediante terminali. Per la registrazione dei dati si diffondono i dischi magnetici.

Alla fine degli anni 60 si passa ad un’integrazione su grande scala (LSI, Large Scale Integration) che riduce le dimensioni dei computer e i tempi di esecuzione( quarta generazione); nasce il microprocessore, circuiti miniaturizzati in grado di compiere operazioni logiche e matematiche, l’elaboratore diventa un PC, Personal Computer, il computer comincia ad affacciarsi nelle case della gente .

Oggi siamo alla quinta generazione : i computer diventano sempre più “intelligenti” nel senso che sistemi esperti mettono l’elaboratore in grado di fare connessioni e collegamenti aumentando non solo la quantità di informazioni memorizzate ed utilizzabili ma anche migliorando la qualità inferenziale e i processi di apprendimento automatico del computer che è così in grado per esempio di “leggere “un testo, “comprendere” le connessioni temporali in esso contenute e dare risposte corrette a domande relative a elementi temporali non esplicitamente contenuti nel testo. A tale proposito l’I.R.S.T. (Istituto di Ricerca Scientifica e Tecnologica) di Trento, che, tra le molteplici attività, si  interessa anche di intelligenza artificiale, ha partecipato, nell’estate del 2004, alla competizione internazionale ( T.E.R.N. Time Entity Recognition and Normalization) sul problema del riconoscimento e normalizzazione di espressioni temporali affidando l’incarico a mio figlio, allora tesista di Fisica Cibernetica presso l’istituto, conseguendo un brillante secondo posto. Il problema dell’intelligenza artificiale è presente e sentito in tutti gli ambiti della ricerca scientifica internazionale e notevoli sono le risorse impegnate  per raggiungere l’obiettivo primario in questo settore, ossia creare sistemi in grado di simulare comportamenti intelligenti, da utilizzare nei vari contesti sociali.

Inoltre lo sviluppo della telematica (neologismo da telecomunicazione ed informatica) ha permesso di migliorare le comunicazioni e il trasferimento delle informazioni in modo rapido ed efficace

L’odierna società si fonda sull’informazione e sulla capacità di comunicazione  veloce e capillare

 Oggi i moderni computer ricoprono il ruolo di strumenti di comunicazione oltre che  di elaborazione con diverse finalità, nella ricerca scientifica, nella gestione aziendale sia produttiva che economica, nelle attività di programmazione , nelle risoluzioni di problemi di varia natura .

La rete web ed Internet rappresentano le nuove frontiere della comunicazione, della raccolta e archiviazione delle informazioni.

Sulla nascita di Internet sono sorte diverse leggende. La prima sostiene che nel 1957, dopo la messa in orbita dello Sputnik da parte dell’allora Unione Sovietica, il governo americano decise di commissionare ricerche indirizzate a individuare un mezzo di comunicazione strutturato per impedire che, in caso di attacco nucleare, le comunicazioni fra i singoli centri militari strategici del paese si interrompessero. L’altra leggenda racconta che, dopo il lancio dello Sputnik , l’allora presidente degli Stati Uniti, Eisenhower, temendo di perdere la supremazia in campo scientifico e tecnologico, diede un enorme impulso allo studio delle nuove applicazioni tecnico-scientifiche. Comunque il 7 gennaio 1958 Eisenhower chiese ed ottenne dal Congresso i fondi per la realizzazione di ARPA (Advanced Research Project Agency) un’agenzia per i progetti di ricerca avanzata che chiamava a raccolta i migliori scienziati statunitensi, la quale mise a punto il primo satellite statunitense SCORE (Signal Communication Orbit Relay Experiment) che nel Natale del 1958 diffuse un messaggio di augurio del presidente Eisenhower .SCORE rimarrà in orbita solo un mese ma la sua breve vita segna l’inizio delle telecomunicazioni spaziali.

Nel 1969 nasce ARPAnet il primo embrione di ciò che sarà  Internet. Il principio di comunicazione su cui si basava fu opera di due scienziati: l’americano Paul Baran e l’inglese Donald Watts Davies :i dati, suddivisi in pacchetti, viaggiavano attraverso una rete digitale seguendo ciascuno strade differenti e indirizzati verso le loro destinazioni da instradatori ( router). Il vantaggio dell’applicazione di questo principio consiste nel fatto che mentre la trasmissione di dati attraverso una rete gestita da una Central Authority dipende esclusivamente dalla presenza di quest’ultima al punto che una qualunque interruzione di collegamento impedisce la trasmissione stessa, nella trasmissione a commutazione a pacchetto i dati sono inviati tramite una rete ramificata che non ha nessuna autorità centrale e quindi , anche in caso di perdita di un collegamento o di uno dei punti, i dati possono seguire strade diverse per giungere a destinazione. La rete era costituita da una serie di computer collegati tra loro, ognuno di pari livello gerarchico, in grado cioè sia di ricevere che di inviare dati in modo da garantire le comunicazioni anche in caso di distruzione parziale. Nasce così ARPAnet che collegò inizialmente solo quattro Università: l’University of Los Angeles( UCLA), la University California Santa Barbara, la Stanford University e l’Università dello Utah. Il protocollo di trasmissione, cioè il linguaggio utilizzato dai computer per dialogare era l’NCP (Network Control Protocol) ; una decina di anni dopo fu introdotto il TCP/IP (Trasfert Control Protocol/Internet Protocol) che racchiude una serie di protocolli di comunicazione attualmente ancora utilizzati. L’evoluzione da allora fu sempre più rapida, le università iniziarono a collegarsi alla rete per scambiare informazioni scientifiche e risultati di ricerche . Nel 1989 ARPAnet si trasformò in  NSFnet (National Science Foundation) con finanziamenti statali in costante diminuizione fino al totale termine nel 1995. Nello stesso anno l’NSF lasciò a privati la gestione della rete dando inizio a  quello che oggi conosciamo col nome di Internet .Nel 1995 la nascita del World Wide Web (WWW), invenzione di Tim Berners-Lee che lavorava al CERN di Ginevra e i primi browser hanno completamente cambiato l’aspetto della rete. Anzi i giurati del premio Millennium Technology Prize, riconoscimento sponsorizzato dal governo finlandese, hanno riconosciuto il WWW come l’invenzione più importante degli ultimi decenni ed il suo inventore è stato premiato con un milione di euro.  WWW è la parte multimediale di Internet e ha decisamente contribuito alla sua diffusione. Navigare in rete significa visitare siti contenenti informazioni di vario genere, fare ricerche, recuperare materiali, fare acquisti, studiare, giocare. Motori di ricerca aiutano nel reperimento delle notizie, foto, immagini, testi .

Altro aspetto fondamentale è la possibilità di utilizzare la posta elettronica per comunicare con tutto il mondo inviando messaggi e allegati , per cui viaggiano, superando così le barriere di spazio e tempo, lettere, materiali, immagini, filmati digitali. O chattare per fare conoscenze (queste tecniche usate soprattutto dai giovani, ma non solo) Ultima, ma non meno importante, la possibilità di videoconferenze, quindi dialogare vedendosi sullo schermo anche con persone  dall’altra parte del mondo.

In fisica la teoria della Relatività di Einstein ha portato una rivoluzione nei concetti di spazio e tempo, ma la vera rivoluzione, quella che ha praticamente scardinato tali concetti, fino ad annullarli, in realtà  è lo sviluppo della rete  Internet  e il suo costante uso nella vita di tutti i giorni .

 

Fig.1 - L’abaco cinese  swan-pan

Fig.2 - Uno dei primi regoli calcolatori rettilinei

 

            Fig.3 - La Pascaline, la prima macchina di calcolo di Blaise Pascal

Fig.4 - Due famosi automi : l’anatra di Vaucanson e

la suonatrice di Kintzing.

   

 

Fig.5 - La macchina di Babbage

 

         

 

Fig. 6 - Il primo elaboratore Mark I

 

 

Fig.7 - L’ENIAC


 

 

2. L’informatica nella scuola italiana

 

Nel 1985 è partito il Piano Nazionale Informatico per l’introduzione dell’informatica  prima nel  biennio e successivamente nel triennio di tutte le  scuole secondarie in tutto il territorio nazionale.

Il piano era ambizioso e prevedeva il coinvolgimento di tutti i docenti di matematica e fisica che avrebbero dovuto fare  da veicoli per avvicinare gli alunni allo studio dell’informatica come disciplina e all’uso delle tecnologie avanzate, utilizzando le nuove dotazioni informatiche che sarebbero state messe a disposizione delle scuole e dei docenti.

Dovevano essere modificati i programmi di matematica e fisica, aumentate le ore di insegnamento nelle singole classi, ma soprattutto dovevano essere formati i docenti.

Le tappe di questo piano sono state:

a)      La formazione dei formatori

b)      La formazione dei docenti presso le scuole Polo

c)      La sperimentazione in classe

d)      Varie attività di assistenza alla sperimentazione e monitoraggio del processo di aggiornamento informatico delle varie componenti della scuola

 

a)      La formazione dei formatori

 

Presso 4 centri interuniversitari (CILEA, CINECA, CEDUIC, CSATA) sono stati organizzati corsi di formazione per un totale di 160 ore concentrate in 40 ore a settimana per 4 settimane  ( i primi corsi, a cui ho partecipato anch’io, sono iniziati nel novembre del 1985 e terminati nel gennaio del 1986 e devo dire che è stata un’esperienza veramente interessante: studiavamo, preparavamo materiali didattici, ci sentivamo parte di un progetto di ristrutturazione e di innovazione dei contenuti didattici  della scuola, almeno nel campo della matematica, fisica ed informatica  )

I corsi erano ovviamente residenziali, i partecipanti avevano l’esonero dall’insegnamento. Alla fine il superamento di una prova d’esame comprovava il raggiungimento delle necessarie competenze ed abilità per ricoprire il ruolo di formatore .

Sono stato organizzati corsi di formazione di formatori fino all’a.s.89/90

 

 

 

 

b)      La formazione dei docenti presso le scuole Polo

 

I primi formatori già nel marzo 86 hanno attivato, per 2 anni , i corsi di formazione per i docenti di matematica e fisica, presso le scuole polo.

Questa operazione si è ripetuta negli anni successivi .

Complessivamente sono state coinvolte più di 3000 scuole e sono stati aggiornati circa 8000 professori.1 L’operazione è terminata nell’a.s.90/91

Uno degli obiettivi primari era  ampliare i contenuti disciplinari dell’insegnamento della matematica e della fisica con quegli argomenti che normalmente non venivano insegnati, come la logica, le trasformazioni geometriche del piano, gli insiemi numerici e le strutture algebriche, l’analisi infinitesimale nelle classi del liceo classico, elementi di probabilità e statistica, oltre ai contenuti  di informatica di base .

Sono stati approntati i nuovi programmi di matematica e fisica per tutti gli indirizzi di studi. In particolare per quanto riguarda la riforma dei programmi di matematica del triennio del liceo classico si è voluto dare più spazio all’elaborazione critica di situazioni problematiche, al contributo della logica matematica , dell’analisi infinitesimale e all’utilizzazione di metodi di calcolo e strumenti informatici

La metodologia utilizzata all’interno dei corsi per i docenti era la stessa che si cercava di proporre ai corsisti per impostare  le lezioni sui nuovi contenuti dei programmi di matematica e fisica : si proponeva inizialmente una situazione problematica che i corsisti dovevano risolvere , era il pretesto per passare alla seconda fase di sistematizzazione dei contenuti , i corsisti erano così i primi a testare la bontà dei materiali prodotti per affrontare i nuovi temi della matematica , della fisica e dell’informatica.

E’ stata una fase caratterizzata da una notevole  produzione di oggetti didattici da portare in classe: la fantasia e la libertà dagli schemi dava anche a noi docenti dei corsi una spinta maggiore e ci faceva sentire parte di un processo produttivo fortemente innovativo

Circa i contenuti propri dell’informatica, oltre alle sezioni dedicate al concetto di esecutore materiale, alla struttura logico–funzionale dell’elaboratore, al passaggio dal problema al programma, uno spazio consistente era dato al linguaggio di programmazione, in particolare al Pascal. La scelta di questo linguaggio da parte del Ministero è facilmente comprensibile. Il Pascal è un linguaggio strutturato, di tipo procedurale, particolarmente apprezzato per l’insegnamento della programmazione e la leggibilità di programmi anche complessi. Programmare risulta semplice e divertente, per merito di una grafica accattivante.

Le tecniche di programmazione basate sulla metodologia del top-down permettono di scomporre un problema in sottoproblemi, per una semplificazione che porta a soluzioni più efficaci.

Oltre a questo aspetto nei corsi ai docenti si davano i primi cenni sull’uso dei pacchetti integrati ( prime versioni di Word e di fogli elettronici)

Oggi questi ricordi fanno sorridere, ma questi primi passi verso l’introduzione dell’informatica  hanno permesso alla scuola italiana di non restare indietro rispetto alle innovazioni metodologiche e tecnologiche degli anni successivi, come i progetti PSTD (Progetto di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche con nuovi materiali , tra cui lo strumento per la costruzione di ipermedia Multimedia Toolbook  ), Multilab ( Scuole dotate di laboratorio informatico collegate in rete ), fino al recente Consorzio Hermes di 100 scuole di Napoli collegate in rete, con la possibilità di lavorare insieme, produrre materiali, organizzare corsi di aggiornamento multimediale.

Oggi i corsi per docenti propongono lo studio di prodotti per l’animazione ( Flash ), per la costruzione di pagine web (FrontPage) .

I prodotti sono semplici da usare, spingono facilmente i docenti più motivati a costruire materiali didattici da inserire nel proprio specifico piano di lavoro. Una cosa è comunque chiara, che in informatica le novità sono all’ordine del giorno e che occorre sempre studiare per essere al passo con i tempi.  

 

   

c)  La sperimentazione in classe

 

    Da un‘indagine svolta negli anni della sperimentazione informatica 2 risulta che il 47% dei docenti che hanno frequentato i corsi del Piano Nazionale Informatico hanno attuato la sperimentazione nelle loro classi con i nuovi programmi , l’86% si è servito di materiali prodotti nell’ambito del PNI, mentre il 69% si è dimostrato soddisfatto della sperimentazione.

Anche il Liceo Vittorio Emanuele II ha attuato la sperimentazione informatica PNI  a partire dall’a.s.88/89. La prima classe sperimentale, la IV A, ha lavorato così intensamente da essere in grado, l’anno successivo, di realizzare, per il gemellaggio che il nostro liceo in quell’anno fece con il liceo Nowodworskiego di Cracovia, un ipermedia, interamente realizzato in Turbo Pascal, contenente un dizionario etimologico di 60 parole del dialetto napoletano,  di etimologia latina o greca, da poter consultare, con la relativa traduzione in polacco, l’esecuzione dell’inno italiano e polacco con il relativo testo che si illuminava con i colori delle bandiere,( un karaoke ante litteram) , i disegni delle bandiere italiane e polacche e la riproduzione del golfo di Napoli . In quegli anni il desiderio di migliorare la didattica delle materie scientifiche, specie nei licei classici, con strumenti informatici era  molto sentito  e gli alunni avvertivano di essere protagonisti di un processo di modernizzazione  che li coinvolgeva e che li ha   portati  a raggiungere risultati brillanti, in quanto fortemente motivati.

Oggi, a distanza di 20 anni dai primi passi verso le innovazioni, parlare di sperimentazione fa sorridere, i nuovi programmi sono saldamente consolidati, gli strumenti informatici entrano quotidianamente  in vari contesti  disciplinari, non solo nell’ambito scientifico. Internet  ha reso fruibili prodotti informatici altamente sofisticati   e la multimedialità ha permesso una produzione di materiali didattici facilmente realizzabili sia da docenti che da alunni, ma quegli anni “eroici” non saranno dimenticati facilmente!

 

d) Varie attività di assistenza alla sperimentazione e monitoraggio del processo di aggiornamento informatico delle varie componenti della scuola

 

I docenti che hanno effettuato la sperimentazione informatica del PNI sono stati seguiti negli anni successivi dai docenti formatori con incontri seminariali presso le scuole polo. Non si era mai verificato in passato un impegno di risorse ed energie così attento alle esigenze dei corsisti. Durante gli incontri, strutturati in tre seminari di due giorni ciascuno, gli insegnanti si sono confrontati  sui problemi della programmazione didattica, sulle difficoltà incontrate nella realizzazione del loro piano di lavoro, sull’uso del software e dei sussidi didattici, sulla gestione del laboratorio.

Tre temi sono stati ripresi ed ampliati : la logica matematica , le trasformazioni geometriche e la probabilità e statistica, da sempre sacrificati per ragioni di tempo nei tradizionali programmi di matematica.

Sono stati proposti nuovi materiali, utilizzando l’informatica per migliorare e semplificare l’approccio didattico.

Negli anni successivi i docenti hanno continuato la sperimentazione, realizzando unità didattiche personali e costruendo anche prodotti multimediali. Ormai dopo 20 anni i percorsi didattici sono consolidati , mentre l’uso di pacchetti applicativi è entrato in tutti gli ambiti disciplinari e scolastici.

 

 

 

 

 

3. Le discipline scientifiche e l’università

 

Dal 1989 ad oggi gli iscritti alla facoltà di Fisica sono diminuiti del 55%, quelli di Chimica del 43%, quelli di Matematica addirittura del 63%.

Questo calo è solo in parte compensato dall’incremento degli iscritti alle facoltà di Scienze dell’Informazione e Ingegneria ( in particolare Elettronica).

Ne risentirà, nei prossimi anni, la qualità della ricerca e la competitività dell’Italia in ambito lavorativo internazionale.

Gli incentivi per gli alunni( sconti sulle tasse scolastiche , bonus e borse di studio) che si stanno proponendo in questi ultimi tempi non sono una risposta adeguata al problema che diventa ogni anno più grave.

I precorsi di matematica che molte facoltà attuano all’inizio dell’anno accademico sono un tentativo lodevole, ma non sempre sufficiente, di venire incontro alle difficoltà degli alunni del I anno,

Andrebbero forse sfatati alcuni pregiudizi sulle opportunità di lavoro, ritenute poco appetibili.

Eppure, anche se questo si verifica con maggior puntualità nel Nord Italia, i fisici vengono assorbiti dall’università e dagli istituti di ricerca, i matematici, più degli informatici, vengono utilizzati nella gestione dati delle banche, o nelle assicurazioni.

Forse il problema è a monte: i bambini sono spesso  divertiti dal primo approccio con i numeri, ma poi qualcosa cambia ed arrivati al liceo spesso gli alunni mostrano una chiusura nei confronti delle discipline scientifiche che è difficile scardinare.

  Fondamentale resta il ruolo dell’insegnante che solo con l’impegno e la passione per il proprio lavoro può  migliorare la situazione e recuperare terreno con strategie didattiche più accattivanti.

 

4. L’informatica nel Liceo Classico Vittorio Emanuele II

 

Insegno dal 1980 nel Liceo Classico Vittorio Emanuele II di Napoli, sempre nel corso A, e posso dire di rappresentare ormai la memoria storica del liceo . Ripensando ai 25 anni passati in questa scuola rivedo volti di colleghe e colleghi che non ci sono più, ma il cui ricordo è sempre vivido nel mio cuore e colleghe e colleghi che sono andati in pensione, che sono stati i miei compagni di viaggio, di un viaggio che ogni anno si ripete e si rinnova.Così mi piace pensare agli anni scolastici : una strada da percorrere insieme, alunni e docenti.

Ma ritornando al mio ingresso in questa scuola, ricordo un edificio imponente, con soffitti alti e lunghi corridoi ( la ristrutturazione dei locali sarebbe avvenuta in seguito)  In quei primi anni non si parlava ancora di informatica nelle scuole, ma già i primi PC (Personal Computer) entravano in commercio e rendevano possibile un approccio all’informatica meno distaccato rispetto a quello che si poteva ottenere nel centro di calcolo della Facoltà di Matematica , frequentati da me al tempo dei anni universitari.

Allora il primo computer, un Commodore 64, sembrava un enorme progresso rispetto alla farraginosità  dei sistemi utilizzati per far girare quei miei programmi in Fortran, utilizzando le schede perforate, oggi reperti dell’archeologia informatica.

Il linguaggio dei primi PC era il Basic, ed in Basic ho scritto i miei primi programmi per la scuola, le mie prime unità didattiche che sfruttavano l’informatica per spiegare concetti, disegnare grafici, fare simulazioni.

All’allora Preside Guetta  ho chiesto di comprare  un computer  per la scuola, e nel locale del reparto Campagna, nell’aula oggi denominata Di Giacomo, è stato realizzato il primo laboratorio di informatica: un Commodore  64, un televisore al posto del monitor, e per i dati un registratore a nastri. Poi è stato acquistato un Olivetti M24, e solo nell’ a.s.1988/89, nei locali ristrutturati al secondo piano, è stato possibile installare un laboratorio attrezzato con 10 Olivetti 8086 che risultavano per quell’epoca il massimo che si potesse ottenere. L’allora Vescovo di Acerra Don Riboldi il 13 febbraio 1989 invitato dalla Presidenza a inaugurare il laboratorio si è seduto davanti ad un computer e ha scritto un messaggio di augurio ricordando il suo vecchio liceo di Torino così diverso dal nostro  e invitando tutti , insegnanti e alunni, a «essere costruttori di vera civiltà»

Negli anni successivi sono stati organizzati i primi corsi  di informatica per i docenti della scuola: alfabetizzazione informatica ( ricordo ancora con nostalgia una caccia al tesoro telematica particolarmente divertente), aggiornamento informatico, per la realizzazione di ipertesti ( la collega Livia  Marrone aveva realizzato un corso per i docenti dal titolo “Dal papiro al libro” , storia della biblioteca e del libro dall’antichità ai giorni d’oggi, e io ho pensato che un seguito poteva essere il corso informatico“Dal testo all’ipertesto”) .

Dall’a.s 88/89 il nostro liceo attua la sperimentazione informatica PNI . Ogni anno gli alunni  organizzano un progetto di ampio respiro da realizzare. I lavori spaziano dai contenuti del programma di fisica (Cosmo, Novità dal Cosmo, La conquista dello spazio, 30 anni dallo sbarco sulla luna, Campi elettrici , magnetici , gravitazionali, Le particelle subatomiche) a quelli di matematica (Il labirinto : dal mito al computer, Strani numeri, Curve celebri, L’era dell’euro, Fibonacci) o di vari argomenti (Pari Opportunità, Jack Frusciante è uscito dal gruppo: analisi testuale ( interdisciplinarietà con la prof.ssa Di Lorenzo), Aneliti di libertà (2° A - Vincitori del concorso ‘’Aneliti di libertà ‘’ Premio Giovanni Canfora – aprile 99  Ponticelli ),Anno 2000: una finestra sul futuro).

Nel 1997 la scuola ha partecipato al Programma di Sviluppo delle tecnologie Didattiche (PSTD) 1 A (contributo per l’organizzazione di corsi per la multimedialità, per la costruzione di prodotti  in Multimedia ToolBook) e 1 B (finanziamenti per la realizzazione di un  laboratorio multimediale).

Un rapporto sul  programma PSTD del 1999  indica che negli anni dal 1997 al 1999 sono state coinvolte 13360 scuole di tutti gli ordini e grado nel progetto 1 A e 7673 scuole nel progetto 1 B , ma di queste scuole  solo il 7% sono licei. 3

Hanno partecipato al programma di sviluppo PSTD il 42,5 % dei docenti di ruolo delle scuole coinvolte, ma solo il 26% dichiara di utilizzare con regolarità le attrezzature informatiche.4

La scuola nel 1999 diventa Test Center, accreditato dall’AICA per la realizzazione di corsi per il conseguimento della Patente Europea del Computer  (ECDL European Computer Driving Licence) e nei due anni successivi il nostro liceo è sede di corsi ed esami ECDL per alunni e docenti della scuola ma anche per utenti esterni

In seguito sono stati organizzati i corsi PON M1A3 base ed avanzato: Supporto alla formazione in servizio del personale nel sistema dell’istruzione per la formazione dei docenti nelle nuove tecnologie.

Per gli alunni la scuola ha organizzato un corso PON M1A1 Sviluppo di competenze di base e trasversali nella scuola: Formazione ai nuovi linguaggi (multimedialità , informatica , telematica )a.s.2000/2001.

Il Preside, prof. Francesco Di Vaio, fin dal suo arrivo nell’a.s.2001/02, ha portato una ventata di innovazioni nel liceo e ha dimostrato una particolare sensibilità verso il problema dell’alfabetizzazione informatica  di tutti gli alunni della scuola, e non solo di alcuni, promuovendo il progetto dell’organizzazione di un corso per il Conseguimento della Patente Europea del Computer ECDL per gli alunni delle III liceali e negli anni successivi corsi ECDL  per tutti gli alunni delle IV ginnasiali (corsi base) e V ginnasiali (corsi avanzati), con un impegno di risorse ed energie considerevole.

Oggi la scuola possiede  un laboratorio informatico e un  laboratorio linguistico multimediale con postazioni di lavoro accessoriate con le migliori attrezzature informatiche( Pentium IV , masterizzatori, lettori DVD, scanner , videoproiettore ecc).

La rete Internet viene costantemente utilizzata per studiare e lavorare.

La produzione di ipermedia da parte di alunni e professori si è andata sviluppando in progressione esponenziale, molti lavori sono inseriti nel sito del liceo e trovano ampia utilizzazione all’interno dei singoli percorsi didattici

 

 

5. Il sito web del Liceo Vittorio Emanuele II :un’ esigenza e una risorsa

 

La scuola italiana si evolve per stare al passo coi tempi.

Nuove attrezzature, laboratori di informatica più efficienti e funzionali, più attività extracurriculari per essere all’altezza delle  esigenze degli studenti . Questo almeno sono le prerogative di una scuola moderna . Anche il nostro liceo attua questa strategia da vari anni e, pur mantenendo intatte le caratteristiche di un liceo classico, ha  operato un’azione di ammodernamento delle strutture e dei laboratori ed ha puntato su progetti di ampio coinvolgimento didattico e culturale.

Non poteva  quindi mancare, in una scuola moderna come la nostra, la costituzione di un sito web   ( www.liceovittorioemanuele.it ) che fosse uno strumento per fare conoscere la scuola al di fuori del proprio ambito ristretto e per dare visibilità alle nostre iniziative.

Il nostro liceo possiede un sito web dall’anno scolastico 1998/99 . Allora il liceo faceva parte del Consorzio Hermes - 100 scuole in rete - ed era una delle poche scuole a Napoli dotata di sito.

Oggi il sito del liceo  è stato trasformato ed ampliato: sua  finalità primaria  è l’informazione. Alcune sezioni sono dedicate alla Storia del Liceo ( sia in italiano che in lingua inglese) e della Chiesa di S. Sebastiano, Chi siamo e Come eravamo con  le informazioni relative alla presidenza e  corpo docente, con  immagini dei docenti ed alunni dagli anni 20 fino ad oggi.

Le sezioni Informazioni Risorse contengono informazioni sulle strutture e sulle attrezzature ma anche sull’organizzazione interna della scuola

Punto di forza del nostro sito è la possibilità di visionare e scaricare direttamente dalla rete materiali quali il POF (Piano dell’Offerta Formativa), la Carta dei servizi,  i regolamenti di Istituto e dei vari laboratori e tutta la modulistica per le iscrizioni  alle varie classi.

Altra cosa fondamentale è dare  visibilità a tutte le  attività che durante l’anno scolastico vengono intraprese nella scuola, prima fra tutte il Vittorio Emanuele Day, arrivato oggi alla sua settima edizione, come pure il Premio Letterario III edizione,  che trovano la loro giusta collocazione  in una sezione ad essi dedicata.

Le sezioni Progetti, Lavori degli alunni e Lavori dei docenti contengono la descrizione dei progetti ed i lavori di alunni e docenti  realizzati durante gli ultimi  anni scolastici : queste sezioni permettono un’archiviazione dei materiali didattici che possono essere visionati, ma anche scaricati dalla rete, e questo consente di utilizzare il sito come una banca dati di materiali didattici che possono essere adoperati da tutti gli alunni e i docenti . In particolare i lavori dei docenti sono lezioni di varie discipline, scritte  in pagine web, che fungono da supporto didattico, quali  azioni di recupero od approfondimento.

Attraverso la posta elettronica gli utenti possono mandare messaggi per qualunque problema , per commenti e suggerimenti o contattare direttamente la web master (prof.ssa Oriana Pagliarone)

Il sito viene aggiornato quotidianamente, durante tutto l’anno scolastico con ampliamenti , inserimenti di materiali , informazioni utili. Il pubblico ha risposto con interesse, infatti fino ad oggi il sito del Liceo è stato visitato da 13.000 persone. Questo buon risultato è di stimolo per migliorare e proporre sempre cose nuove che possano essere di maggior utilità per gli studenti e le loro famiglie.

 Si pensa infatti di attivare quest’anno una sezione dedicata alle comunicazioni relative alle assenze ed al profitto di ogni singolo allievo, creando un archivio telematico degli studenti. Ovviamente per risolvere il problema della privacy ogni alunno ( e la sua famiglia) avrà la sua password per accedere alla propria pagina web in cui troverà la sua situazione in relazione alla frequenza ed al profitto oltre a una comunicazione circa la necessità o meno di contattare la scuola per eventuali problemi.

L’archivio telematico dovrà essere costantemente aggiornato e questo rappresenta un lavoro non trascurabile, ma sarà un servizio aggiuntivo che la scuola sarà in grado di dare agli alunni ed ai genitori per dare una risposta più efficace all’esigenza di collaborazione tra scuola e famiglia che è uno degli obiettivi primari che la scuola si prefigge per ottenere sempre migliori risultati nel campo dell’istruzione e della cultura.

                                                         Prof.ssa Oriana Pagliarone

                                               docente di matematica, fisica e informatica

                                                Corso liceale sez.A  Sperimentazione PNI


 

1 FNISM – Il Piano Nazionale per l’Informatica: a che punto siamo? – Loffredo - Napoli

2 FNISM – Il Piano Nazionale per l’Informatica: a che punto siamo? – Loffredo - Napoli

3 Ministero della Pubblica istruzione – Programma di Sviluppo Tecnologie Didattiche 1997-2000 -  Monitoraggio – Rapporto Novembre 1999

4 Ministero della Pubblica istruzione – Programma di Sviluppo Tecnologie Didattiche 1997-2000 – Monitoraggio – Rapporto Novembre 1999