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Gli Aztechi, diventati in seguito vassalli di alcune potenti città, e non possedendo alcun territorio, finirono per rifugiarsi sugli isolotti e nei bassifondali paludosi della grande laguna. Nel 1325 vi fondarono un villaggio di capanne costruite con le canne, chiamato Mexico, conosciuto anche con il nome di Tenochtitlán (che significa «luogo dove il cactus cresce sulla roccia»): l'oracolo divino aveva loro ordinato di stabilirsi nel luogo dove avrebbero visto un'aquila, appollaiata su un cactus, divorare un serpente. Passarono altri cinquanta anni prima che fossero in grado di costituire un vero Stato.

 Il loro primo sovrano, Acamapichtli («Fascio di giunchi»), discendeva da una nobile famiglia di origine tolteca.
Degli undici sovrani aztechi, quattro perirono di morte violenta: Chimalpopoca («Scudo fumante»), venne fatto assassinare per ordine del re di Atzcapotzalco; Tizoc («Colui che si dissangua», uomo che offre il suo sangue agli dei), fu probabilmente avvelenato; Montezuma II, chiamato Xocyotzin (il «Cadetto») fu ucciso dagli spagnoli o da un proiettile lanciato da un guerriero aztèco; Cuauhtémoc («Aquila che cade»), fu impiccato da Cortés.

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